1900

Nasce ad Anagni, nel Lazio, il 19 gennaio da Roberto Colacicchi e da Pia Vannutelli.

1914

A Roma per frequentare il Liceo.

1916

A Firenze per finire il Liceo e dove vivrà il resto della sua vita. Lavora presso gli Scolopi come sorvegliante mentre i ragazzi fanno i compiti.


Anagni

Anagni


1917/18

Dopo la disfatta di Caporetto viene richiamato nell’arma dei bersaglieri e parte per il fronte in un battaglione di “Arditi”, ma la guerra finisce mentre è in treno.

Conosce il pittore Cepparelli e nel suo studio fa le prime esercitazioni di disegno e di pittura.


Giovanni

Giovanni Colacicchi, 1920


1919

Passa gli esami di licenza liceale e va a dipingere a San Gimignano dove guarda lavorare il pittore De Grada.

Torna ad Anagni, scrive poesie e dipinge.

Processione a Vallepietra, vicino ad Anagni

Processione a Vallepietra, vicino ad Anagni

Caffè delle Giubbe Rosse, 1928

Caffè delle Giubbe Rosse, 1928

Francesco Franchetti

Francesco Franchetti

1920

Si iscrive alla facoltà di Lettere e Filosofia di Firenze. Frequenta il caffè delle Giubbe Rosse, importante punto d’incontro degli intellettuali fiorentini. Tra questi Giuseppe Graziosi, Francesco Franchetti, Alessandro Bonsanti, Eugenio Montale, Alberto Carocci, Elio Vittorini.

Comincia a frequentare lo studio di Franchetti che ha poi sempre considerato il suo unico vero maestro.

1921

Per qualche tempo a Roma conosce il coetaneo Onofrio Martinelli di cui ammira la pittura.


 

 

Ritratto di Martinelli disegnato da Colacicchi in 'Solaria', 1927

Ritratto di Martinelli disegnato da Colacicchi in ‘Solaria’, 1927


1922

Ha il suo primo studio in Borgo San Jacopo.

Conosce lo scultore Libero Andreotti che nel 1927 in occasione di una mostra sindacale gli acquisterà un paesaggio.

Con Franchetti visita Napoli e ammira gli affreschi di Hans von Marées nella Stazione Zoologica.


Colacicchi a Firenze

Colacicchi a Firenze, c.1924


1923

Presentato da Giorgio Castelfranco conosce Giorgio de Chirico e ne visita lo studio.

Verso la fine dell’anno si trasferisce in un nuovo studio in Viale Volta 77.


Colacicchi nei suoi anni 20's

Colacicchi nei suoi anni 20


1924

E’ uno dei fondatori della “Rivista di Firenze” dove scrivono anche Alberto Carocci, Alberto Savinio e Giorgio de Chirico. Giorgio Castelfranco vi pubblica traduzioni da Friedrich Nietzsche e Artur Schopenhauer. mentre Colacicchi pubblica un articolo “Sulle arti del disegno” e due liriche.

In ottobre nel Palazzo delle Esposizioni (Parterre di San Gallo) espone Malinconia opera molto importante ammirata da Giovanni Costetti che segnalò Colacicchi a Funi per la prima mostra del “Novecento Italiano”.

In settembre sposa Amalia Zanotti.

Copertina della Rivista di Firenze, 1924

Copertina della ‘Rivista di Firenze’, 1924

Indice della Rivista di Firenze, 1924

Indice della ‘Rivista di Firenze’, 1924

nello studio con il quadro Malinconia

nello studio con il quadro ‘Malinconia’

1925

Nasce una profonda amicizia con Mario Castelnuovo Tedesco che gli compra numerosi quadri.

Attraverso Castelnuovo conosce Casella che gli compra un quadro per la sua collezione, collezione che già comprende De Chirico, Casorati, Donghi.

con Mario Castelnuovo Tedesco a Populonia in 1932

con Mario Castelnuovo Tedesco a Populonia in 1932

con Alberto Carrocci

con Alberto Carrocci

1926

Insieme a Alberto Carocci e Raffaello Franchi fonda la rivista “Solaria” dove insieme ai maggiori giovani letterati italiani pubblica scritti, poesie, disegni, xilografie.

Partecipa alla mostra del “Novecento Italiano” che si inaugura in febbraio a Milano al Palazzo della Permanente a cura di Margherita Sarfatti. Ottiene un notevole successo di critica (Carrà, C.E. Oppo, A. Maraini).

Raffaello Franchi in un fascicolo de “L’illustrazione toscana” inizia un lungo e positivo discorso critico su Colacicchi.

A Venezia conosce Emanuele Cavalli.


Novecento Italiano

?Novecento Italiano?


Solaria copertina

?Solaria?, copertina

Solaria indice

‘Solaria’ indice del 1° numero

Il gruppo del Novecento Toscano

Il gruppo del ‘Novecento Toscano’, 1928 (Colacicchi è il terzo in prima fila a partire da sinistra)

1927

Alla “III° Esposizione del Sindacato Regionale Toscano delle Arti del Disegno” Colacicchi espone otto quadri. Fra gli acquirenti Marcello Piacentini, la Galleria Mussolini, Libero Andreotti, Vittorio Fossati.

Di questa mostra ne parla D. H. Lawrence, che in quel periodo vive nella Villa Miranda di Scandicci, in una sua lettera ad Achsah Brewster.

Elisabeth Brewster Hildebrand dopo aver visitato la mostra invita Colacicchi a casa sua dove il pittore può ammirare le sculture di Hildebrand; in seguito decide di leggere il suo libro sulla pura “visibilità”.
Partecipa alla “Quadriennale” di Torino.

Espone ad Amsterdam allo Stedelijk Museum nell’ “Esposizione d’Arte Italiana” e vende due quadri.

1928

Colacicchi è ammesso con due opere alla “Biennale” di Venezia. Una di queste, Uliveto sotto le Mura di Anagni (1927) viene acquistata dalla Galleria d’Arte Moderna di Firenze. Aderisce al “Gruppo Novecentesco Toscano” di cui fanno anche parte, tra gli altri, De Grada, Messina, Maraini, Bramanti, Marini, Peyron, gruppo che sarà invitato ad una mostra a Milano dove riceverà ottime recensioni.

1929

Seconda mostra del “Gruppo Novecentesco Toscano” a Milano.

1930

Prima mostra personale di Colacicchi alla Saletta Fantini in Piazza S. Trinita. Firma i suoi quadri “Colacicchi Caetani” in quanto sua nonna materna, Germana Caetani, era l’ultima discendente del ramo Caetani della Torre. Dal 1930 in poi non usa più questo secondo cognome.

Nasce il nuovo punto d’incontro nella trattoria L’Antico Fattore, nei pressi di Piazza Signoria e lì, tra il ’30 e il ’31, verrà organizzato il premio di poesia “L’Antico Fattore” il cui primo vincitore fu Eugenio Montale ( che nel 1975 otterrà il Premio Nobel per la Letteratura) con la poesia La casa dei Doganieri. Alla premiazione fu chiesto proprio a Colacicchi di leggere la poesia al pubblico dei convenuti.

Conosce Flavia Arlotta attraverso Felice Carena, direttore dell’Accademia di Belle Arti.


la Biennale di Venezia

la Biennale di Venezia

i quadri esposti alla mostra in Piazza Santa Trinita

i quadri esposti alla mostra in Piazza Santa Trinita

La Casa dei Doganieri

La Casa dei Doganieri


1931

In gennaio si inaugura a Roma la “Prima Quadriennale d’Arte Nazionale” che dovrebbe funzionare come una preselezione per la “Biennale”: Colacicchi espone accanto ad alcuni artisti toscani tra cui Marino Marini.

Disegna le scenografie per il “Ditirambo di Bacco in Toscana” del musicista Mario Castelnuovo Tedesco per la Scala di Milano.

Dipinge nello studio sul colle del Tirassegno, Anagni.

1932

Ad Anagni dipinge Fine d’estate (quadro che sarà acquistato dalla Galleria d’Arte Moderna di Firenze nel 1993) e inizia il Giacobbe e l’angelo. In maggio si apre a Venezia la ” XVIII Esposizione Biennale d’Arte” dove Colacicchi è invitato ad esporre nove quadri tra cui Autoritratto, Orfeo, Amazzoni ferite.

1933

In gennaio Colacicchi inaugura la sua seconda mostra personale presso la galleria d’arte del giornale “La Nazione”.


Colacicchi a Baden Baden

Colacicchi a Baden Baden, 1934


1934

Terza mostra personale, questa volta alla Galleria Fantini.

In maggio espone tre quadri importanti, tra cui Giacobbe e l’angelo a Venezia alla “XIX Esposizione Biennale Internazionale d’Arte”. In ottobre è presente alla ” VII Mostra Interprovinciale d’Arte Toscana”.

Esegue la Niobe, un grande quadro dipinto per ricordare l’amico Rand Herron tragicamente scomparso in Egitto.

A Baden Baden con Flavia Arlotta.

1935

Partecipa alla “Seconda Quadriennale d’Arte Internazionale” esponendo la Niobe oltre a due Nature morte.

In estate decide di lasciare Firenze ed andare in Sud Africa, a Cape Town, dove vivrà quasi un anno, fino al giugno del 1936.


con Flavia a Baden Baden

con Flavia a Baden Baden

in viaggio per il Sud Africa

in viaggio per il Sud Africa


1936

A Stellenbosh e poi alla Ashbey’s Gallery di Cape Town organizza mostre personali dove vende sia i quadri portati dall’Italia che quelli dipinti intorno a Cape Town.

Nel giugno torna in Italia e a dicembre espone alla Galleria Fantechi opere fondamentali come Orfeo, Giacobbe e l’angelo, Niobe e quadri dipinti in Sud Africa.

1937

Esegue a tempera la decorazione di una sala alla Scuola di Guerra Aerea di Firenze, costruita quell’ anno dall’architetto Raffaello Fagnoni.
In ottobre prende parte al Carnegie Prize.

In novembre viene invitato a partecipare all’esposizione intitolata ” Ausstellung italienische Kunst von 1800 zur gegenwart” che si tiene presso l’Akademie der Kunste di Berlino.

In novembre partecipa al Concorso Bianchi con un quadro che illustra l’episodio di Manfredi dalla “Divina Commedia” (canto VIII del Purgatorio) e vince il primo premio.

Viene invitato ad insegnare “Decorazione” all’Accademia di Belle Arti di Firenze.

Nasce Piero, primo figlio di Giovanni e Flavia Arlotta. Abitano vicino a Lello e Elena Vivante in campagna vicino a Siena.


Catalogo della mostra South Africa

Catalogo della mostra South Africa

amici in Sud Africa in posa per Gli Esuli

amici in Sud Africa in posa per ‘Gli Esuli’


1938

Colacicchi e Flavia Arlotta (con il loro primo figlio Piero) vanno a vivere a Roma e dividono per circa un anno uno studio con Renato Guttuso, in piazza Melozzo da Forlì. In febbraio apre una sua grande mostra alla galleria La Cometa diretta dallo scrittore e poeta Libero De Libero. L’introduzione è scritta da Eugenio Montale.

presentazione di Eugenio Montale

presentazione di Eugenio Montale

ritratto di Colacicchi disegnato da Renato Guttuso

ritratto di Colacicchi disegnato da Renato Guttuso

1939

In gennaio partecipa alla “III Quadriennale d’Arte Nazionale” a Roma.
Durante la primavera dipinge un grande quadro Zaleuco giudice di Locri per una sala del Palazzo di Giustizia di Milano (architetto e direttore artistico dell’edificio, Marcello Piacentini). Il contratto di Colacicchi fu firmato il 22 febbraio 1937 e il pagamento fu fissato in 25.000 lire. Fra gli altri artisti che hanno decorato sale del tribunale ci sono Sironi, Campigli, Carrà, Funi, Ferrazzi, Arturo Martini, Severini.

Quello stesso anno un suo quadro è scelto dagli organizzatori della Esposizione Universale di New York per il padiglione italiano.

Il padre di Flavia, Ugo Arlotta, compra per la figlia una casa studio in Via dell’Osservatorio, casa che rimane la loro amata abitazione per tutta la vita.


sulla scala mentre lavora al Giudice di Locri

sulla scala mentre lavora al ‘Giudice di Locri’



1940

In febbraio inaugura una mostra personale al Lyceum di Firenze e lì incontra Bernard Berenson con cui fa subito amicizia. In aprile viene nominato docente alla cattedra di Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze.

Partecipa al concorso per la decorazione del Museo Nazionale delle arti e tradizioni popolare all’ EUR a Roma con un bozzetto (Saltarello ciociaro) per una pittura prevista ad affresco ma mai realizzata.


con Berenson

con Berenson


1941

Esce, a cura di Raffaello Franchi e pubblicata da Vallecchi, la prima monografia su Giovanni Colacicchi.

Partecipa alla “XII Mostra di Arte Toscana”.

Forte dei Marmi, 1941. Da sinistra Bobi Bazlen, Paola Olivetti, Flavia e Giovanni, Eugenio Montale, Elsa Morante, e un'amica

Forte dei Marmi, 1941. Da sinistra Bobi Bazlen, Paola Olivetti, Flavia e Giovanni, Eugenio Montale, Elsa Morante, e un’amica

Monograph di Raffaello Franchi

Monograph di Raffaello Franchi

1942

In aprile partecipa alla “XIII Mostra di Arte Toscana”, in maggio alla “XXIII Esposizione Biennale Internazionale d’Arte ” di Venezia e in novembre all’ “Esposizione di artisti Toscani contemporanei” a Dusseldorf.

Nasce il secondo figlio, Francesco.

1943

Colacicchi e la sua famiglia per sfuggire a possibili bombardamenti vanno a vivere a Vallombrosa, a Casa al Dono, resa disponibile per loro da Nicky Mariano e Bernard Berenson, dove ospitano anche soldati degli eserciti alleati in fuga dai campi di concentramento in Germania verso il sud e nascondono ebrei in pericolo di cattura.

A Firenze Colacicchi prende parte attiva ai locali movimenti antifascisti partecipando ai lavori del Comitato Toscana di Liberazione insieme a Carlo Ludovico Ragghianti, Enzo Enriquez Agnoletti, Carlo Levi.

A Vallombrosa Colacicchi scrive una monografia sui Pollaiolo, che verrà pubblicata lo stesso anno dalla casa editrice Chessa, e dipinge il grande San Sebastiano, allegoria dell’ingiustizia, della violenza, della guerra (il quadro sarà acquistato dalla Galleria d’Arte Moderna di Firenze nel 1993).

Si unisce al Partito d’Azione.


Casa al Dono

Casa al Dono

il modello in posa a Vallombrosa per il quadro San Sebastiano

il modello in posa a Vallombrosa per il quadro ‘San Sebastiano’


Pollaiuolo Monograph di Colacicchi

Pollaiuolo Monograph di Colacicchi

con i figli a Casa al Dono

con i figli a Casa al Dono

a Vallombrosa durante la Guerra

a Vallombrosa durante la Guerra

1944

Liberata Firenze nell’agosto, viene nominato prorettore dell’Accademia di Belle Arti dal presidente del Comitato di Liberazione (C.T.L.N.) Carlo Ludovico Ragghianti, carica poi confermata dal Collegio dei professori.

1945

Dopo la distruzione dalle mine e dai bombardamenti a Firenze entra a far parte della Commissione Urbanistica per la ricostruzione di Firenze (membro della sottocommissione Storico-Monumentale, Paesistica, Artistica).

1946

Pubblica “Della totalità della commozione nell’arte” nel “Il Ponte”, II.

1947

Il 22 gennaio si apre la mostra ” Nuovo Umanesimo” a cui espone insieme a Cavalli, Martinelli, Gallo, Quinto Martini e Capocchini e per la quale scrive l’introduzione, che è anche il manifesto del gruppo, in cui afferma che – come riassunse in una sua recensione Raffaello Franchi – : ” […] contro l’ ondata di astrattismo, […] le manifestazioni dell’arte pittorica (e della scultura) hanno da essere oggettive, e che solo a codesto patto può – nell’oggetto rappresentabile – raggiungersi il massimo espressivo della sua intrinseca liricità.”

1948

In marzo Colacicchi fa parte del comitato organizzatore della quadriennale “Rassegna Nazionale di Arti Figurative” di Roma e ci espone tre quadri.

Nel maggio espone due quadri alla “XXIV Biennale” di Venezia.

Esegue una decorazione Allegoria del cinematografo per il cinema Gambrinus, Firenze (il dipinto sarà acquistata nel 2011 dall’Ente Cassa di Risparmio).


con allievi mentre dipinge il fregio per il cinema Gambrinus

con allievi mentre dipinge il fregio per il cinema Gambrinus


1950

Colacicchi rifiuta di partecipare alla “XXV Biennale” di Venezia in quanto la ragione del suo invito a partecipare, questa volta, (deciso all’ultimo momento) non è dovuta alle sue qualità di pittore, ma alla sua posizione di docente dell’Accademia di Belle Arti di Firenze.

In maggio inaugura una personale alla Galleria Firenze con introduzione dello scrittore Arturo Loria.

Partecipa alla mostra itinerante in Germania ” Italienische Kunst ” ed è membro della sua commissione ordinatrice.


Galleria Firenze

Galleria Firenze


1951

In aprile partecipa alla seconda edizione della Mostra del Fiorino. La Natura Morta bianca e gialla di Colacicchi è acquistata dalla Galleria d’Arte Moderna di Firenze.

In settembre apre una personale a Legnano.

Dipinge due pannelli raffiguranti Adamo ed Eva per il cinema Gambrinus a Firenze (più tardi spostati in un cinema di Pisa).

1952

Ottenuto l’annullamento del matrimonio con Amalia Zanotti sposa Flavia Arlotta.

Natura Morta bianca e rossa di Colacicchi è acquistata dalla Galleria d’Arte Moderna di Firenze.

1953

Dipinge una Madonna e Bambino per un tabernacolo posto su una parete esterna del Palazzo della Borsa Merci. L’idea di far questo e altri tabernacoli a Firenze fu del Sindaco Giorgio La Pira.

Un paesaggio Mediterraneo (1952) acquistato dalla Galleria d’Arte Moderna di Firenze.


la famiglia Colacicchi con Duniascia

la famiglia Colacicchi con Duniascia


1954

In marzo apre a Milano, nella Galleria Gussoni, la mostra di pitture e disegni di Giovanni Colacicchi. Sono esposti 35 quadri e dieci disegni.

Nello stesso anno Colacicchi viene chiamato come critico d’arte per il quotidiano fiorentino “La Nazione” (incarico ricoperto per i successivi dieci anni).


nella sua biblioteca in Via dell'Osservatorio

nella sua biblioteca in Via dell’Osservatorio


1955

Colacicchi espone a Goteborg, in Svezia. Bernard Berenson scrive la presentazione, ed è la prima volta che lo studioso scrive la presentazione di un pittore contemporaneo. La mostra ha un grande successo di critica e di pubblico.

recensione della mostra a Goteborg in Svezia

recensione della mostra a Goteborg in Svezia

con Berenson, Nicky Mariano e Flavia

con Berenson, Nicky Mariano e Flavia

1958

Seconda mostra di Colacicchi a Milano, alla Galleria Colonna. Esegue un Battesimo di Cristo per il battistero di Santa Maria in Colle, a Seano, progettato da Giovanni Michelucci. Alessandro Contini Bonacossi finanzia gran parte della sua costruzione.

1959

Mostra personale alla galleria Circolo di Cultura di Bologna.

1960

Colacicchi è nominato presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno ed è invitato a far parte delle Accademia di San Luca e dell’Accademia Clementina di Roma.

1961

Dal 25 marzo al 10 aprile si tiene la grande personale di Colacicchi alla Galleria Santacroce, a Firenze; in dicembre nuova mostra a Milano, alla Galleria Vinciana.


fotografato da Emanuele Cavalli

fotografato da Emanuele Cavalli


1962

Colacicchi finisce ed inaugura un grande pannello di ventiquattro metri quadrati con un soggetto legato al tema del Lavoro e una lunetta con Il Fiume per la Banca Commerciale Italiana di Via Tornabuoni, nel centro di Firenze (da circa 2011 il grande pannello si trova nella casa di moda Stefano Ricci in Via dei Pescioni 2).

Le Niobidi (dipinto nel 1946) acquistato dalla Galleria d’Arte Moderna di Firenze.


mentre dipinge alla Banca Commerciale

mentre dipinge alla Banca Commerciale


1963

Mostra di dipinti inediti alla Galleria Gonnelli di Firenze.

Dipinge l’Immacolata per una cappella degli Scolopi delle Scuole Pie Fiorentine.

1964

Inaugura due pale d’altare per la Collegiata di Frosinone, l’Annunciazione e la Deposizione.

1966

Mostra alla Galleria La Barcaccia a Roma.

Il 4 novembre avviene l’alluvione dell’Arno. I Colacicchi si dedicano a salvare i libri colpiti della biblioteca dell’Accademia di Belle Arti.

Da quell’anno Giovanni e Flavia passano molti inverni ad Amalfi, e poi negli anni ’70 e ’80 a Maratea, e a Gaeta, e infine a Massa.

1967

In aprile apre una grande mostra antologica alla galleria Piemonte Artistico di Torino.

1969

Entra a far parte della Commissione Provinciale per la tutela delle Bellezze Naturali e vi rimane fino a quando nel 1971 dà sue dimissioni.


Piemonte Artistico Culturale

Piemonte Artistico Culturale


1970

Va in pensione dall’Accademia di Belle Arti e di conseguenza lascia lo studio in Via Cesare Battisti. Si trasferisce in uno studio in Via Santa Reparata.

Incontra Carlo Del Bravo che negli anni ’70 e ’80 frequenta la casa in Via dell’Osservatorio portando spesso in visita allo studio i suoi allievi di storia dell’arte dell’Università di Firenze.

1971

L’Accademia Fiorentina delle Arti del Disegno viene invitata in Francia a esporre prima al Musée Ingres di Montauban, poi al Musée du Fer a Nancy. Colacicchi vi espone un paesaggio.

L’architetto Riccardo Gizdulich fonda l’Associazione Firenze Viva (“Associazione per la tutela del patrimonio storico artistico e naturale della città e suoi dintorni”) che subito si batte contro il progetto di aprire un hotel della catena Hilton al Pian de’ Giullari a Firenze. I soci fondatori sono Colacicchi, presidente; Gizdulich, segretario; Harold Acton, Flavia Arlotta, Myron Piper Gilmore, Fred Stephen Licht, Vairo Mongatti, Clotilde Peploe, Mina Gregori, tesoriere. La sede è in Via de’ Servi 14.


con il nipote Lorenzo

con il nipote Lorenzo


1972

Mostra personale a Bergamo.

Esce “Giovanni Colacicchi”, di Guglielmo Petroni, Russo & Russo, Roma.

1973

Acquista insieme a Flavia una piccola casa studio ad Anagni in un vicolo sotto la Piazza.

1974

Grande mostra antologica nel Palazzo Comunale di Anagni, città natale dell’artista.

1975

Mostra personale presso la Pinacoteca di Latina.

Partecipa alla “Mostra degli Accademici delle Arti del Disegno” nel centenario della nascita di Michelangelo e della morte di Giorgio Vasari.


la casetta di Anagni sotto la Piazza

la casetta di Anagni sotto la Piazza

a Maratea

a Maratea


1977

Donazione su indicazione di Carlo Del Bravo di 32 disegni al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi.

1979

Esce il libro “Pittori ‘toscani’ d’adozione” curato da Umberto Baldini. La sezione su Colacicchi è scritta da Baldini stesso, che riassume tutto il cammino artistico dell’artista.

Colacicchi finisce il grande quadro La Resurrezione della carne.

1980

Torna ad esporre a Roma nella Galleria La Gradiva. Tra le persone presenti all’inaugurazione vi sono i più noti intellettuali del momento, tra cui Attilio e Bernardo Bertolucci.


allo studio di Via Santa Reparata con Andrea Muzzi

allo studio di Via Santa Reparata con Andrea Muzzi

con la nipote Francesca

con la nipote Francesca


1981

Alla Galleria degli Uffizi, su invito del direttore Luciano Berti, regala un suo autoritratto per le celebrazioni del quarto centenario della galleria degli Uffizi, e il quadro viene esposto alla mostra del 19 dicembre.

1983

In gennaio a Milano viene organizzata una grande mostra sul “Novecento Italiano”. Colacicchi vi espone Fine d’estate.

In marzo, a Frosinone, si inaugura una grande mostra antologica di Colacicchi.

1984

Dipinge (servendosi come aiuto del figlio Francesco) 12 grandi quadri a olio per comporre un fregio raffigurante le città ciociare della provincia di Frosinone per il salone del Palazzo della Provincia di Frosinone.

1985

A Firenze il Gabinetto di Disegni e Stampe degli Uffizi organizza la mostra “Dieci anni di Acquisizioni 1974-1984”. Tra le opere in esposizione molti dei trentadue disegni di Colacicchi appartenenti alla raccolta.


Mostra a Frosinone

Mostra a Frosinone

in salotto in Via  dell'Osservatorio

in salotto in Via dell’Osservatorio



1986

In marzo si tiene, a Firenze, una grande mostra antologica nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio curata dal critico Tommaso Paloscia.

Pubblica “La Firenze del futuro, Crescita e sviluppo” su “Il Corriere di Firenze”, 18 novembre.

La Donna di Anagni, dipinto nel 1930, viene acquistata dalla Galleria d’Arte Moderna di Firenze.

Esce per volontà dell’Accademia delle Arti del Disegno, “La gioventù di Giovanni Colacicchi”, di Susanna Ragionieri, Firenze, Alinea.


con il nipote Giovanni

con il nipote Giovanni


mostra alla Sala d'Arme di Palazzo Vecchio

mostra alla Sala d’Arme di Palazzo Vecchio

la gioventù di Giovani Colacicchi

‘la gioventù di Giovani Colacicchi’

nello studio di Anagni

nello studio di Anagni

1988

Al Castello di Volpaia, vicino a Siena, si tiene una grande mostra dal titolo ” Il cielo e dintorni.” La sezione dedicata a Colacicchi è introdotta da un articolo di Mauro Pratesi. Vittorio Sgarbi dedica all’artista una bella pagina nell’ “Europeo” del 7 ottobre.

Colacicchi pubblica “Ingrandimento non è sviluppo. La ricerca di un ‘armonia’ è segno di una coscienza fiorentina estetica e morale”, in “Italia Nostra”, n. 255.


Colacicchi in Via dell'Osservatorio

Colacicchi in Via dell’Osservatorio


1991

Esce “Giovanni Colacicchi”, di Maurizio Fagiolo dell’Arco, Antonello Trombadori, Francesca Morelli, Susanna Ragionieri, Idea Books, Milano.

Giovanni Colacicchi edito da Idea Books

‘Giovanni Colacicchi’ edito da Idea Books

Giovanni e Flavia nel loro giardino, 1991

Giovanni e Flavia nel loro giardino, 1991

1992

Giovanni Colacicchi muore il 27 dicembre, ancora immerso nel lavoro, nella sua casa in Via dell’Osservatorio.


lo studio in Via dell'Osservatorio nel 1992

lo studio in Via dell’Osservatorio nel 1992


L’Archivio privato di Giovanni Colacicchi e Flavia Arlotta è conservato all’Archivio Contemporaneo “Alessandro Bonsanti” del Gabinetto Vieusseux di Firenze (depositato nel 2011 dai loro figli Piero e Francesco). La documentazione è in corso di descrizione fra gli inventari on line. Vedi http://www.vieusseux.it/archivio-contemporaneo.html.